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Progetto coordinato da CSV Emilia ODV

2 consigli per una Amministrazione di Sostegno che funzioni davvero

L’Amministrazione di Sostegno è un percorso di lunga durata e come tale può attraversare periodi di relativa tranquillità, in cui la gestione ordinaria del beneficiario può essere facilmente coordinata, alternati a momenti di crisi. Dalla nostra esperienza, sono proprio i momenti di crisi a tracciare il bilancio di un’Amministrazione di Sostegno che funziona: chi ha “seminato” correttamente, raccoglie i frutti nelle emergenze improvvise, quando urgenze di carattere sanitario, economico o legale rendono stringenti decisioni di grande rilevanza per l’amministrato. Viceversa, queste situazioni portano allo scoperto tutte le problematiche latenti, a volte esplosive, di carattere relazionale.
Eccovi allora due raccomandazioni per un’Amministrazione di Sostegno “che funzioni davvero”: non le troverete in nessun manuale, perché sono frutto delle riflessioni dei volontari NON+SOLI, che ogni anno ascoltano i problemi e ricercano le soluzioni per oltre 900 fra Amministratori di Sostegno, cittadini, associazioni del terzo settore e servizi socioassistenziali in provincia di Reggio Emilia.

1. TENETE SALDA LA RETE DI RELAZIONI FRA I SOGGETTI CHE RUOTANO INTORNO AL BENEFICIARIO

L’Amministratore di Sostegno ha una responsabilità decisionale, ma non deve essere solo: il suo ruolo funziona quando rappresenta il nodo centrale di una rete più ampia di soggetti, che devono sostenerlo, e che lui deve a sua volta coinvolgere e aggiornare costantemente. Da un lato, ci sono il Giudice Tutelare e il Pubblico Ministero, con i quali la relazione istituzionale va tenuta in grande considerazione. Dall’altro, ci sono la famiglia e i parenti della persona assistita, con i quali possono improvvisamente esplodere problemi latenti, se la relazione non è stata coltivata. Anche i servizi sociali devono rimanere collegati all’Amministratore di Sostegno della persona assistita. Tenere vivi tutti questi rapporti di fiducia e di reciproca disponibilità può sembrare una fatica aggiuntiva, ma si rivela l’unica carta vincente nei momenti di crisi, quando si manifesta l’urgenza di prendere decisioni impreviste che coinvolgono il beneficiario.

2. VALORIZZATE LA CAPACITÀ DI AGIRE DEL BENEFICIARIO

La relazione fra l’Amministratore di Sostegno e il suo beneficiario è, fra tutte, la più importante. Ricordate che (Art. 409 c.c.) il beneficiario conserva la capacità di agire per tutti gli atti che non richiedono la rappresentanza esclusiva o l’assistenza necessaria dell’Amministratore di Sostegno.
Il beneficiario può compiere gli atti necessari a soddisfare le esigenze della propria vita quotidiana e, nello svolgimento dei suoi compiti, l’Amministratore di Sostegno deve tener conto dei suoi bisogni e delle sue aspirazioni, informandolo tempestivamente circa gli atti da compiere.
In caso di atti dannosi o di negligenza nel perseguire l’interesse o nel soddisfare i bisogni o le richieste del beneficiario, questo, il Pubblico Ministero o gli altri soggetti di cui all’articolo 406 possono ricorrere al Giudice Tutelare, che adotterà con decreto motivato gli opportuni provvedimenti, fra i quali è possibile la revoca del ruolo dell’Amministratore di Sostegno.