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Progetto coordinato da CSV Emilia ODV

Chi firma il consenso informato ai trattamenti sanitari?

Quando si perde autonomia, si perde anche la capacità di dirigere autonomamente la propria vita. Cosa accade, dunque, quando una persona non è più in grado di esprimere il consenso informato ai trattamenti sanitari? Questo problema si pone a volte improvvisamente, in caso di terapie farmacologiche o di piccoli interventi chirurgici imprevisti, come quelli orali o dentali. Pertanto, è bene essere informati.

Partiamo dal presupposto che il consenso informato a cure o interventi può essere espresso da un’altra persona solo se questa è stata autorizzata a farloQuesto perché titolare del bene giuridico (il diritto di scelta) è il paziente: se questo è maggiorenne ma non in grado, anche solo temporaneamente, di intendere e di volere, potrà unicamente essere rappresentato dalla persona nominata dall’autorità giudiziaria (il Giudice Tutelare).

Il consenso dei parenti prossimi non ha alcun significato legale e nessuna valenza giuridica. 

Quindi, le decisioni relative alla salute di una persona “incapace cioè no capace di comprendere ciò che gli viene detto” da chi possono essere prese?

  • dalla persona stessa: se esiste la possibilità, anche minima, che questa riesca a esprimere una preferenza, il suo desiderio deve essere considerato; se la persona ha espresso le proprie volontà in merito alle cure mediche future attraverso le direttive anticipate di trattamento (DAT), queste devono essere rispettate
  • da un rappresentante legale: se la persona è stata dichiarata legalmente incapace, il tutore o il curatore hanno il potere di prendere decisioni al suo posto
  • da un medico: in situazioni di emergenza, il medico può disporre provvedimenti immediati per salvare la vita del paziente, anche in assenza di un consenso esplicito
  • da un Amministratore di Sostegno, chiamato a prendere decisioni in merito alla salute del proprio assistito, sempre nell’interesse di quest’ultimo.

Ogni decisione deve essere presa nell’interesse della persona e nel rispetto delle sue volontà.

Infine, un’esortazione per gli Amministratori di Sostegno: non fate tutto da soli, date sempre al vostro beneficiario un’informazione adeguata sulle possibili cure e sui rischi connessi che lo aspettano, anche se le sue capacità residue sono minime. Rispettate il suo diritto all’autodeterminazione e la sua dignità, fatevi garanti del suo consenso informato, nei limiti delle possibilità che la situazione permette.

 

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