
17 Mar Doveri (e diritti) dell’Amministratore di Sostegno
Quali sono i doveri dell’Amministratore di Sostegno?
I doveri di un Amministratore di Sostegno sono molteplici, perché mirano a tutelare gli interessi della persona assistita.
L’ADS deve infatti:
- agire nell’interesse dell’assistito, tenendo conto dei suoi bisogni e delle sue aspirazioni
- restituire all’assistito la capacità di agire in autonomia, ogni volta che questo è possibile
- informare sempre l’assistito e rispettarne le volontà e le preferenze, nella misura in cui egli è in grado di comprendere e prendere decisioni che lo riguardano
- tenere una contabilità rigorosa di tutte le operazioni compiute in nome e per conto dell’assistito
- rendere periodicamente conto al Giudice Tutelare dell’attività svolta e delle condizioni di vita dell’assistito
- conservare tutta la documentazione relativa all’Amministrazione di Sostegno
- collaborare con i Servizi Sociali e con gli altri soggetti coinvolti nell’assistenza del beneficiario
È evidente che l’Amministratore di Sostegno è una figura con grandi responsabilità, chiamata a tutelare i diritti e gli interessi di una persona vulnerabile. I suoi doveri sono definiti dalla legge e sono finalizzati a garantire il benessere dell’assistito e il corretto svolgimento dell’incarico.
Quali responsabilità penali possono ricadere sull’Amministratore di Sostegno?
L’Amministratore di Sostegno può incorrere in responsabilità penale qualora violi i doveri a suo carico. Le ipotesi di reato in cui può incorrere sono diverse e dipendono dalla condotta posta in essere. Tra i reati più comuni si possono citare:
- l’appropriazione indebita di denaro o beni appartenenti all’assistito denominato legalmente “peculato”
- l’alterazione o la falsificazione dei documenti relativi all’Amministrazione di Sostegno denominata legalmente “falsità ideologica”
- l’utilizzo dei poteri per fini personali o in contrasto con l’interesse dell’assistito denominato legalmente “abuso d’ufficio”
- l’omissione di atti che l’Amministratore di Sostegno è tenuto a compiere denominata legalmente “omissione di atti d’ufficio”
- In casi più gravi, l’Amministratore di Sostegno può essere accusato di maltrattamenti nei confronti dell’assistito.
Quando si configura la responsabilità penale?
La responsabilità penale subentra quando l’Amministratore di Sostegno pone in essere un comportamento che corrisponde a un fatto previsto come reato dalla legge, oppure quando vi è il dolo, cioè l’Amministratore agisce con la consapevolezza di ledere un bene giuridico protetto dalla legge, e infine quando esiste un rapporto di causa-effetto tra la condotta dell’Amministratore e il danno arrecato.
Come si tutela l’assistito?
- Diritto all’informazione: l’Amministratore di Sostegno a diritto di essere informato dal Giudice Tutelare sull’evoluzione delle condizioni dell’assistito e sulle eventuali modifiche del decreto di nomina
- Diritto all’assistenza: l’Amministratore di Sostegno può richiedere l’assistenza di un professionista (come un avvocato o un commercialista) per lo svolgimento dei suoi compiti, sempre a carico dell’assistito, oppure può farsi affiancare gratuitamente dai volontari del progetto NON+SOLI in provincia di Reggio Emilia e partecipare alle formazioni programmate
- Diritto al rimborso delle spese sostenute nell’esercizio del suo incarico: l’Amministratore di Sostegno può ricevere un equo indennizzo per le spese sostenute, previa autorizzazione del Giudice Tutelare. I costi dell’Amministrazione di Sostegno sono a carico dell’assistito, se in possesso di mezzi economici; in caso contrario, possono essere sostenuti dai familiari o dallo Stato.