11 Giu Identikit di un buon Amministratore di Sostegno
- Se in famiglia state per attivare un’Amministrazione di Sostegno e dovete scegliere chi, fra di voi, sarebbe la persona più adatta a ricoprire questo ruolo,
- se state pensando di diventare Amministratore di Sostegno volontario per una persona sola, ma temete di non avere le giuste caratteristiche per farlo,
- se siete già Amministratori di Sostegno nominati, e vi chiedete quali competenze dovete ancora acquisire per il bene del vostro assistito,
questo articolo è per voi.
Quali sono le caratteristiche più importanti di un buon Amministratore di Sostegno?
Naturalmente ci sono dei prerequisiti da cui non si può prescindere: la maggiore età e la fedina penale pulita.
Poi ci sono alcuni passaggi che vi consigliamo, il primo dei quali è frequentare il nostro corso di formazione base gratuito “L’Amministratore di Sostegno: l’istituto, il ruolo e il valore”, che riprogrammiamo ogni anno in inverno, in cui troverete tutte le informazioni necessarie e tanti spunti di riflessione.
Prima di allora, potete fare questo test.
Alcune caratteristiche individuali e competenze contraddistinguono, secondo la nostra esperienza, un buon Amministratore di Sostegno. Accanto a quante di queste vi sentireste di scrivere: “Ok – me la sento”?
- Capacità di ascolto
- Capacità di mediazione
- Capacità di gestire i conflitti, sia nei rapporti con i famigliari che con le istituzioni coinvolte, considerando sempre centrale l’interesse dell’amministrato e bilanciandolo con il mantenimento a lungo termine dei rapporti
- Gestione dell’emotività, che non deve essere mai esclusa o negata, ma nemmeno condizionare le decisioni importanti
- Gestione dello stress, intesa come capacità di affrontare lucidamente momenti difficili in un rapporto con l’amministrato connotato appunto da forte emotività
- Capacità di gestire un rapporto con autorevolezza e di discernere quando acconsentire o cedere a una richiesta, quando mediare o contrattare, e quando invece essere inflessibili (es. assunzione medicinali da cui non si può prescindere, gestione irresponsabile dei risparmi…)
- Empatia e sintonia con l’amministrato, che va coinvolto nelle scelte anche elementari che lo riguardano quotidianamente
- Capacità di leggere le abitudini e le piccole cose che potrebbero sembrare trascurabili, ma che invece sono prioritarie per il benessere della persona assistita
- Attenzione verso ciò che l’amministrato non verbalizza: si prendano come esempio le attenzioni che un genitore ha verso un figlio ancora piccolo, di cui riconosce cosa lo fa stare bene e quali situazioni lo mettono in crisi, anche se il bambino non ne è del tutto consapevole
- Pazienza, intesa come capacità di essere spesso ripetitivi, se ciò aiuta nel rapporto con l’amministrato, e di contro comprensione e accettazione della ripetitività della persona assistita
- Riservatezza e rispetto della privacy
- Affidabilità, intesa come rispetto dei tempi e delle scadenze, anche burocratiche, richieste dal ruolo
- Consapevolezza che l’impegno “gratuito” come Amministratore di Sostegno non deve tradursi in scarsa professionalità, ma è un compito da affrontare con grande serietà e puntualità
- Consapevolezza e rispetto del contesto familiare in cui si opera
- Consapevolezza dei rapporti del beneficiario con i servizi sociali e sanitari e con professionisti che ruotano intorno alla sua vita (es. assistente familiare o badante, OSA, OSS, infermiere, fisioterapista…)
Quante di queste caratteristiche o competenze sentite come vostre?
Per altre informazioni, i nostri volontari sono a disposizione per ascoltarvi.